DOMENICHE DI QUARESIMA - Testo "Via Crucis" Chiesa del Carmine

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(introduzione a ogni Domenica di Quaresima)

I
Era una tarda mattinata primaverile di un anno tra il 30 e il 33 della nostra era. In una strada di Gerusalemme, che nei secoli successivi avrebbe portato il nome emblematico di «Via Dolorosa », procedeva un piccolo corteo: un condannato a morte, scortato da una pattuglia dell’esercito romano, avanzava reggendo il “patibulum”, cioè il braccio trasversale di quella croce il cui palo verticale era già piantato lassù tra le pietre di un piccolo promontorio roccioso chiamato in aramaico Gòlgota e in latino Calvario, ossia “Cranio”.

II
Questa è una storia iniziata un giovedì nell’oscurità cupa della notte sotto le fronde degli ulivi di un campo denominato “Getsemani”, cioè «frantoio per olive». Una storia sviluppata in modo accelerato anche nei palazzi del potere religioso e politico ed approdata a una condanna alla pena capitale. L’ultima tappa di una storia a tutti nota e al cui centro campeggia la figura di Gesù Cristo, l’uomo crocifisso e umiliato, il Signore risorto e glorioso.

III
La tomba, offerta generosamente da un possidente di nome Giuseppe d’Arimatèa, non ha concluso la vicenda di Gesù Cristo come invece era avvenuto per tanti altri corpi martoriati nel crudele supplizio della crocifissione, destinato dai romani al giudizio dei rivoluzionari e degli schiavi. C’è stata, infatti, una tappa ulteriore, sorprendente e inattesa: quel condannato, Gesù di Nàzaret, ha svelato in modo sfolgorante un’altra sua natura, celata sotto il profilo concreto del suo volto e del suo corpo di uomo, quella di essere il Figlio di Dio.

IV
La croce e il sepolcro non sono stati l’ultimo sbocco della storia di Gesù Cristo, ma lo è stata la luce della sua risurrezione e della sua gloria. Come avrebbe cantato pochi anni dopo l’apostolo Paolo, colui che si era spogliato della sua potenza, divenendo impotente e debole come gli uomini e umiliandosi fino a quella morte infame per crocifissione, è stato esaltato dal Divino Padre che l’aveva costituito Signore della terra e del cielo, della storia e dell’eternità.

V
Per secoli i cristiani hanno voluto ripercorrere le tappa della “Via Crucis”, un itinerario proteso verso il colle della crocifissione ma con lo sguardo rivolto alla mèta ultima: la luce pasquale. L’hanno fatto come pellegrini su quella stessa strada di Gerusalemme ma anche nelle loro città, nelle loro chiese, nelle loro case. Per secoli, scrittori e artisti, grandi o ignoti, hanno cercato di far rivivere davanti agli occhi stupiti e commossi dei fedeli le tappe o «stazioni », vere e proprie soste meditative nel cammino verso il Gòlgota. Sono quindi giunte fino a noi immagini ora potenti, ora semplici, alte e popolari, drammatiche e ingenue.

VI
Abbiamo proceduto insieme lungo questo itinerario orante non per una semplice memoria storica di un evento passato e di un defunto ma per vivere la realtà aspra e cruda di una vicenda aperta alla speranza, alla gioia, alla salvezza. Accanto a noi hanno forse camminato anche coloro che ancora sono in ricerca, avanzando con inquietudine le loro domande. Mentre procederemo anche oggi, di stazione in stazione, lungo questa via di dolore e di luce, ci accompagneranno le parole vibranti dell’apostolo Paolo: «La morte è stata inghiottita per la vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo».


Segniamoci con il Segno di Gesù Cristo Redentore

NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO.
AMEN.

ATTO PENITENZIALE

Prima di iniziare il pio esercizio della Via Crucis, liberiamo il nostro cuore da ogni colpa, chiniamo il capo, facciamo l’esame di coscienza e riconosciamo i nostri peccati … (pausa)
Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, (battendosi il petto) per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa, e supplico la beata sempre vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.

Signore, pietà - Signore, pietà • Cristo, pietà - Cristo, pietà • Signore, pietà - Signore, pietà •

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
Amen.

PREGHIAMO
O Gesù, nostro amabile Salvatore, eccoci umilmente raccolti dinanzi a Te, dinanzi alla tua Santa Croce per implorare la tua misericordia.
Concedi a noi tutti qui presenti l’applicazione dei meriti infiniti della tua Santa Passione.
Fa’ che, in questa Via di sospiri e lacrime nella quale entreremo, il nostro cuore sia a tal punto pentito che accettiamo con gioia tutte le sofferenze, contraddizioni e umiliazioni di questa vita.
E Tu, o Signora dei Dolori, la prima a seguire i passi del tuo Figlio Divino nella dolorosa “Via Crucis”, ottieni che l’Adorabile Trinità accetti, in riparazione di tante offese che le sono fatte, i sentimenti di dolore e di amore che lo Spirito vivificatore susciterà in noi durante questo santo esercizio spirituale. Amen.
Padre Nostro … ● Ave Maria … ● Gloria ...●

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
TECO VORREI SIGNORE
Teco vorrei, Signore,
oggi portar la Croce;
nella tua doglia atroce
io ti vorrei seguir.
Ma sono infermo e lasso
donami, deh, coraggio
acciò nel mesto viaggio
non m’abbia da smarrir.
Tu col Divin tuo Sangue
vanno segnando i passi
ch’io laverò quei sassi
col volto a (molto) lagrimar.
Né temerò smarrirmi
pel monte del dolore
quando il tuo Santo Amore
m’insegni a camminar.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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I STAZIONE
GESÙ È CONDANNATO A MORTE
Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo! ». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che fosse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Pilato prese dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla e disse: «Non sono responsabile di questo sangue; vedetevela voi!». Tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.
Contempliamo la sottomissione di Gesù nel ricevere questa ingiusta sentenza. Pilato non fu il solo a condannarlo ma siamo stati tutti noi peccatori. Quante volte, di fronte all’obbedienza ai comandamenti e all’amicizia verso Dio ci laviamo le mani, scegliamo il peccato e preferiamo i nostri piaceri?
Poiché così ci siamo comportati in tante occasioni della nostra vita, con animo compunto e con il più vivo dolore, manifestiamo oggi, o Signore, il nostro desiderio di detestare con tutto il cuore le nostre mancanze affinché il nostro pentimento e la nostra penitenza ci ottengano perdono e misericordia.
Padre nostro … • Ave Maria … • Gloria … •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Se il mio Signor diletto
a morte hai condannato
spiegami almen, Pilato,
quale fosse il suo fallir.
Che se poi l’innocenza
error da te s’appella,
per colpa così bella
potessi anch’io morir.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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II STAZIONE
GESÙ È CARICATO DELLA CROCE
I soldati, dopo averlo schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota.
Contempliamo la sottomissione dell’innocente nostro Salvatore con la quale riceve sulle sue spalle insanguinate il terribile strumento del suo supplizio. Gesù ha voluto insegnarci a portare la nostra croce accettando, con grande rassegnazione, i mali che ci sono inviati dal Cielo o provocati dalle creature. La vita di un cristiano oggi non è facile! Quanta cattiveria, quante ingiustizie, quanti inviti al peccato, quanta indifferenza religiosa!
Aiutaci, Signore, a portare la nostra Croce che diventa sempre più pesante a causa delle nostre colpe. Dacci la forza di imitarti sopportando senza mormorare i rovesci e le disgrazie di questa vita che, nell’ordine della tua provvidenza paterna, devono essere per noi un’occasione per soddisfare la tua giustizia e il mezzo per giungere alla gioia eterna del Cielo.
Padre nostro … • Ave Maria … • Gloria … •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
So che del tuo supplizio
appare reo ch’il porta;
so che la pena è scorta
di già commesso error.
Ma se Gesù si vede
di Croce caricato,
paga l’altrui peccato
solo per immenso amor.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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III STAZIONE
GESÙ CADE LA PRIMA VOLTA SOTTO IL PESO DELLA CROCE

Gesù è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui le nostre iniquità.
Contempliamo Gesù mentre percorre la via del Calvario.
La copiosa perdita di sangue, versato nella flagellazione e nell’incoronazione di spine, lo aveva in tal maniera sfibrato che egli cade sotto il pesante fardello e si alza solo dopo gli oltraggi più crudeli, soffre senza manifestare alcun sentimento di indignazione. È stato così che Gesù ha voluto espiare tutte le nostre cadute e insegnare a sollevarci con il serio impegno della penitenza, nel caso abbiamo la sventura di cadere ancora nell’abisso del peccato.
O buon Gesù, tendici una mano sicura in mezzo ai tanti pericoli a cui siamo esposti. Fortificaci nelle nostre debolezze affinché, dopo la tua coraggiosa salita al Calvario, noi possiamo lì provare i frutti deliziosi dell’albero della vita e diventare con Te eternamente felici.

Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Chi porta in pugno il mondo
a terra è già caduto;
né gli si porge aiuto,
oh Ciel, che crudeltà!
Se cade l’uomo ingrato,
tosto Gesù il conforta
ed è per Gesù morta
al mondo ogni pietà.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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IV STAZIONE
GESÙ INCONTRA SUA MADRE
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima».
Contempliamo il dolore di Gesù nel vedere la cara Madre in circostanze tanto crudeli e il dolore di Maria nel vedere il suo amato Figlio trascinato inumanamente da una banda di scellerati in mezzo ad una moltitudine di persone che lo copriva di ingiurie.
In questa visione, il suo cuore materno fu trafitto da mille spade e preso da ogni specie di angoscia.
Maria avrebbe voluto liberare il nostro Salvatore e strapparlo dalle mani dei suoi carneficima sapeva che la nostra salvezza si sarebbe operata così. Unendo allora il sacrificio delsuo amore a quello di suo Figlio, Maria Santissima è partecipe di tutte le sue sofferenze e si associa a Gesù fino al suo ultimo sospiro.
O Maria, Madre dei dolori, facci ottenere questo amore ardente e questa fermezza con la quale hai accompagnato Gesù Cristo sul Calvario affinché possiamo rimanere sempre con Te e nulla ci possa separare dal tuo Divino Figlio.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Sento l’amaro pianto
della dolente Madre
che gira tra le squadre
in traccia del suo ben.
Sento l’amato Figlio
che dice: Madre addio,
più fier del dolor mio
il tuo mi passa il sen.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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V STAZIONE
SIMONE CIRENEO AIUTA GESÙ A PORTARE LA CROCE

Mentre lo conducevano via, costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.
Contempliamo la grande bontà di Gesù verso di noi.
Se il Divino Salvatore permette a Simone di aiutarlo a portare la sua croce non vuol dire che gli mancassero le forze, considerando che Egli sorregge l’intero universo, ma nostro Signore vuole insegnarci a unire le nostre sofferenze alle sue per condividere con Lui i nostri tormenti.
O buon Gesù, hai bevuto il calice più amaro e non ci hai lasciato che la parte più piccola. Fa’ che accettiamo, senza ribellarci, le sofferenze della vita e così meritiamo di partecipare ai torrenti di delizie con cui inèbri i tuoi eletti nella terra dei vivi.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Se di tue crude pene
sono io, Signor, il reo,
non deve il Cireneo
la Croce tua portar.
Se già potrei per tutti
di Croce caricarti,
potrò nell’aiutarti,
per uno sol bastar.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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VI STAZIONE
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Molti si stupirono di lui, tanto era sfigurato. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Contempliamo l’atto eroico di questa santa donna che avanza e passa tra una moltitudine di soldati per vedere il suo Divino Maestro.
La donna contempla il Sacro Volto di Gesù coperto di sputi, polvere, sudore e sangue. Un tale spettacolo tocca la sua anima e le strappa lacrime. Poiché il suo amore è maggiore di qualsiasi timore o paura, la santa donna si avvicina a Gesù e Gli asciuga il volto sfigurato. Quel volto augusto che ha incantato tanti santi, davanti al quale si prostrano gli angeli, non ha smesso di mostrare il suo splendore ed è rimasto, miracolosamente, impresso nel tessuto.
O Gesù, il più bello dei figli degli uomini, in che stato ti sei fatto ridurre per amore di ognuno di noi! Ti adoriamo e, prostrati davanti alla tua Divina Maestà, ti supplichiamo di dimenticare tutte le nostre offese e di restituire alle nostre anime l’innocenza e l’antica bellezza perse con il peccato.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Sì vago è il tuo tormento,
bel volto del mio Bene,
che quasi in Te diviene
amabile il dolor.
In cielo che sarai,
se in rozzo in velo impresso,
da tante pene oppresso
spiri sì dolce amor?
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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VII STAZIONE
GESÙ CADE LA SECONDA VOLTA SOTTO LA CROCE

Oltraggiato non rispondeva con oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Non aprì bocca, come un agnello che si conduce al mattatoio e una pecora muta nelle mani del tosatore. Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo e segue con amore il suo cammino. Se cade, non rimane a terra perché il Signore lo tiene per mano.
Contempliamo l’Uomo Dio che soccombe nuovamente.
Per darci le prove del suo amore infinito, Gesù Cristo permette questa seconda caduta sotto il tremendo fardello di legno, esposto nuovamente alla crudeltà dei soldati e dei suoi carnefici.
Egli vuole mostrarci che, anche ricadendo tante volte nel peccato, non dobbiamo mai perdere la fiducia. Al contrario, è necessario sperare tutto dalla sua misericordia e, nel mezzo delle grandi afflizioni, non scoraggiarci poiché le vie che conducono al Cielo sono piene di rovi e spine.
O Gesù, nostra forza, preservaci da ogni ricaduta, non permettere che abbiamo la sventura di rendere inutili tante fatiche, pene e sofferenze da Te sopportate per liberarci dalla morte eterna.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Sotto i pesanti colpi
della ribalda scorta
un nuovo inciampo porta
a terra il mio Signor.
Più teneri dei cuori
siate voi, duri sassi,
né più ingombrate i passi
al vostro Creator.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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VIII STAZIONE
GESÙ INCONTRA LE DONNE

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà “Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato”. Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?» Contempliamo la generosità incomparabile di Gesù Cristo.
Egli dimentica le proprie sofferenze, si interessa della sofferenza delle sante donne e le consola.
Raccomanda loro di non piangere per le sue sofferenze ma per le loro e per quelle del suo popolo. Gesù fa sentire che il suo cuore sarebbe poco sensibile alla nostra compassione se non ci fosse pentimento dei nostri peccati, causa dei suoi dolori.
O amabile Gesù, vero consolatore delle anime afflitte, guardaci con tenerezza e misericordia.
Concedici la grazia di accompagnarti nella Via Crucis con le figlie di Gerusalemme in modo da udire, come loro, le tue parole di vita e poter godere delle tue eterne consolazioni.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Figlie, non più su queste
piaghe che porto impresse
ma sopra di voi stesse
v’invito a lagrimar.
Serbate il vostro pianto,
o sconsolate donne,
quando l’empia Sionne
vedrete rovinar.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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IX STAZIONE
GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA SOTTO LA CROCE

«Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». Gesù patì per noi lasciandoci un esempio perché seguiamo le sue orme. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia. Contempliamo Gesù che giunge in cima al monte Calvario e guarda il luogo dove sarà tra breve sacrificato.
Ciò che lo turba in questo momento sono le nostre numerose cadute e il fatto che per un gran numero di peccatori il suo sangue rimarrà versato inutilmente. Questo pensiero crudele affligge il suo tenero cuore e lo costerna più di tutte le sofferenze che dovrà ancora sopportare.
Questo pensiero lascia la sua anima in uno stato di profonda tristezza e in un tale abbattimento che le sue forze vengono a mancare e cade con la faccia a terra.
O Gesù, vittima d’amore, sarai immolato per la salvezza degli uomini! Applica i meriti del tuo sacrificio a noi che ora ti accompagniamo in questo esercizio della Via Crucis affinché possiamo offrirti la nostra adorazione per tutta l’eternità.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria…

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
L’ispido monte mira
il Redentor languente
e sa che inutilmente
per molti ha da salir.
Quest’orrido pensiero
sì al vivo il cor gli tocca
che languido trabocca
e sentesi morir.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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X STAZIONE
GESÙ È SPOGLIATO DELLE SUE VESTI

I soldati poi presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica.
Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”. Così si adempiva la Scrittura: «Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte». E i soldati fecero proprio così. Contempliamo il grande dolore di Gesù quando i suoi carnefici gli tolsero le vesti.
I colpi ricevuti durante la flagellazione avevano aperto enormi ferite sulla sua Carne sacra.
Quando gli fu tolto il manto, le divine piaghe, incollate al tessuto, tornarono ad aprirsi. Il sangue di Gesù è ancora una volta versato ravvivando tutte le sofferenze della flagellazione. Ciò che però gli è costato di più in questo passaggio della sua Passione è stato esporsi alla vista della folla. Ancora una volta non apre la bocca per lamentarsi e così Egli ci predica di reprimere le nostre insofferenze e mormorazioni!
O Gesù, hai lasciato che ti spogliassero anche delle tue vesti perché espiassi la sventura che abbiamo avuto nel perdere il dono prezioso della Grazia. Fa’ che possiamo recuperarla spogliandoci dell’uomo vecchio e vivendo solamente i sentimenti del tuo adorabile Cuore.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Mai l’arca del Signore
del vel si vide scarca
e ignudo il Dio dell’arca
vedrassi e senza vel?
Se nudità sì bella
or ricoprir non sanno,
dite, mio Dio, che fanno
i Serafin in ciel?
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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XI STAZIONE
GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE

Erano le nove del mattino quando lo crocifissero e i soldati, sedutisi, gli facevano la guardia.
Al di sopra del suo capo posero la motivazione della sua condanna scritta da Pilato: “Gesù il nazareno, il re dei Giudei”. Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
Contempliamo Gesù steso sul legno della Croce.
Che tormenti deve aver sopportato il Redentore del genere umano quando, con colpi violenti, i chiodi perforarono le sue mani e i suoi piedi. La sua carne si strappò, le ossa scricchiolarono, i nervi si spezzarono e le vene scoppiarono lasciando scorrere una grande quantità di sangue.
Gesù ormai quasi non ha più forze.
Il peccato è stato la causa di questo mare di dolore nel quale troviamo la vittima della nostra salvezza. Che eccesso d’amore, che immensa carità! La semplice considerazione di questo passo della Passione dovrebbe infiammare il nostro cuore ed essere sufficiente perché rinunciamo a tutti i piaceri della terra ed i nostri occhi versino torrenti di lacrime per ognuno dei peccati commessi durante la nostra vita.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Vedo sul duro tronco
disteso il mio diletto
e il primo colpo aspetto
dell’empia crudeltà.
Quelle vezzose mani
che al tornio sembran fatte,
ahi, che il martel le batte
senz’ombra di pietà.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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XII STAZIONE
GESÙ MUORE SULLA CROCE

Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Gesù diceva:
«Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male. Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso ». Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua Madre!». Gesù disse ancora: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, disse: «Tutto è compiuto. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
Contempliamo Gesù che spira e ammiriamo la dolcezza, la forza del suo amore.
Egli chiede al Padre il perdono dei suoi carnefici, promette la gloria al buon ladrone, raccomanda sua Madre al discepolo beneamato, consegna la sua anima nelle mani del Padre, annuncia che tutto è consumato e muore per noi.
Gettiamo uno sguardo sul nostro Salvatore e l’orribile stato a cui i nostri peccati lo hanno ridotto.
Egli, comunque, ci perdona, se il nostro pentimento è sincero. Ha i piedi legati per farci sperare, le braccia stese per farci ricevere, il costato aperto e il cuore perforato per dispensare su di noi tutte le sue grazie, il suo capo reclinato per darci il bacio della pace e della riconciliazione.
Nostro Gesù, perdono e misericordia!
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Veder l’orrenda morte
del suo Signor non vuole
onde si copre il sole
e mostra il suo dolor.
Trema commosso il mondo
il sacro Vel si spezza,
piangono per tenerezza
i duri marmi ancor.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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XIII STAZIONE
GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Stavano presso la croce di Gesù sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa, e Maria di Màgdala.
Contempliamo il dolore estremo di questa tenera Madre che riceve Gesù, suo Divino Figlio,tra le sue braccia.
Ella vede il suo pallido volto insanguinato e sfigurato, gli occhi serrati, il costato aperto, le mani e i piedi perforati. Questa vista è per Lei un martirio indicibile che solo Dio può conoscere veramente in tutta la sua dimensione.
O Maria, siamo la causa della tua afflizione e sono stati i nostri peccati ad aver trafitto la tua anima inchiodando Gesù sulla Croce. Ottienici, o Madre di Misericordia, il perdono delle nostre colpe e permetti che adoriamo, nelle tue braccia, il nostro Amore Crocifisso. Imprimi nelle nostre anime i dolori che hai provato ai piedi della Croce per non dimenticare la Passione di Cristo e non peccare mai più.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Tolto di Croce il Figlio,
l’avide braccia stende
l’afflitta Madre e prende
in grembo il morto Ben.
Versa per gli occhi il core
in lagrime disciolto,
bacia quel freddo volto
e se lo stringe al sen.
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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XIV STAZIONE
GESÙ È POSTO NEL SEPOLCRO

Ora, nel luogo dove Gesù era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo nel quale nessuno era stato ancora deposto. Giuseppe d’Arimatèa, proprietario del sepolcro, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero in un candido lenzuolo insieme con oli aromatici come è usanza seppellire per i Giudei. Pilato, su richiesta dei sommi sacerdoti e dei farisei, fece poi vigilare il sepolcro sigillando la grande pietra sulla porta e mettendovi la guardia.
Contempliamo Gesù sopra la pietra fredda del sepolcro.
Egli scende al luogo dei morti per dare vita. La Pasqua della Risurrezione si avvicina.
O Signore Gesù, nostro amato Redentore, fa’ che la nostra maggior consolazione, in questa valle di lacrime, sia quella di meditare sui supplizi e sulla morte ignominiosa che hai sopportato per riscattarci. Tu hai voluto esser collocato in un sepolcro nuovo per insegnarci che solamente con un cuore nuovo dobbiamo approssimarci a Te nell’Eucaristia, Sacramento del tuo amore. Purificaci da tutte le nostre macchie e rendici degni di sederci al tuo banchetto sacro.
Seppellisci in questo stesso tumulo tutte le nostre iniquità e cupidigie affinché possiamo vivere costantemente alla tua presenza già in questa nostra vita terrena e meritare di raggiungere la gioia eterna del Cielo per contemplarti nello splendore della tua gloria.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Tomba che chiudi in seno
il mio Signor già morto,
finch’ei non sia risorto,
non partirò da te.
Alla spietata morte
allor dirò con gloria:
dov’è la tua vittoria?
Il tuo poter dov’è?
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

Voce solista: ADORÀMUS TE, CHRÌSTE, ET BENEDÌCIMUS TĪBI.
Coro: QUÌA PER SÀNCTAM CRUCÈM, REDEMÌSTI MŪNDUM.

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XV STAZIONE
GESÙ RISORGE DA MORTE

Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne si recarono alla tomba portando gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato».
Contempliamo la Risurrezione di Gesù, la Luce del mondo.
Egli ha vinto la morte, ha sconfitto l’inferno. Maria, sua Madre, vede il suo Divino Figlio risorto dopo la condanna a morte, dopo la morte e dopo la sepoltura, come aveva detto.
Signore Gesù, con Te siamo saliti sul Calvario e ora ti chiediamo, alla luce della tua Croce, di illuminare i nostri giorni. Il ricordo della tua sofferenza sia sempre nel nostro cuore. O Dio,
che con la morte dell’Unigenito tuo Figlio hai offerto al mondo l’ingresso all’eternità e, con la sua gloriosa risurrezione, hai offerto la redenzione, donaci la grazia di poter realizzare i propositi di vita nuova che la tua Passione ci ha ispirato.
Padre nostro… • Ave Maria… • Gloria… •

Miserere nostri Domine; miserere nostri.

Santa Madre, deh, Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
~
Tomba che chiudi in seno
il mio Signor già morto,
finch’ei non sia risorto,
non partirò da te.
Alla spietata morte
allor dirò con gloria:
dov’è la tua vittoria?
Il tuo poter dov’è?
~
Gesù, Gesù mio bene,
stampatemi nel cuor le vostre pene.

PREGHIAMO
O Gesù, caduto sotto il peso della Croce, crocifisso, morto e sepolto, noi ti adoriamo!
In questo esercizio della “Via Crucis” abbiamo contemplato il tuo volto sfigurato, abbattuto dalla debolezza per insegnarci l’umiltà e confondere il nostro orgoglio.
Tu, Uomo dei dolori, hai assunto tutte le nostre debolezze e angustie per riscattarci dalla schiavitù della morte e meritarci la misericordia del Padre e tutte le grazie per salvarci e santificarci.
Come le Sante Donne che sono andate al tuo tumulo con balsamo e unguenti, anche noi veniamo incontro a Te con gli aromi e i profumi del nostro amore poiché lo sguardo della nostra fede si proietta nell’aurora del Giorno nuovo assaporando già la gioia ed il fulgore della Pasqua. Amen.

Padre Nostro… ● Ave Maria… ● Gloria... ●

AI TUOI PIEDI, O BELLA MADRE

1. Ai tuoi piedi, o bella Madre,
verso il pianto di dolor.
2. Per me prega il Figlio e il Padre
in Te ha sola speme il cor.
3. Una stilla almen del sangue
che versava il tuo Gesù
4. ci conforti il cuor che langue,
mi conceda ancor virtù.
5. Ah, seguire vorrei tuo Figlio
e il mio sangue almen versar
6. ma nell’ora del periglio
sento il cuor in sen tremar.
7. Del Calvario in sulla via
Teco almen vorrei venir
8. e spirar con Te, o Maria,
contemplando il tuo patir.
9. Ora al Figlio che, ferito,
tutto sangue è in faccia a Te
10. offri una sguardo impietosito,
una lagrima per me.
11. Tu sei Madre del dolore,
degli afflitti sei consolatrice
12. ha, per me, trafitto il cuore,
per me è in Croce il tuo Figliol.
13. Fra i cipressi ogn’or mi aggiro
ove mesto passo i dì,
14. sarò Teco nel martirio
ove il Figlio tuo morì.
15. Io l’offesi ed i falli miei
finché vivo io piangerò
16. ma se Madre ancor mi sei
il perdono ti chiedo e avrò.

Benedizione con la Croce

IL SIGNORE CI BENEDICA, CI PROTEGGA E CI DONI LA SUA PACE: PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO. AMEN. SIA LODATO GESÙ CRISTO.
SEMPRE SIA LODATO. NEL NOME DEL SIGNORE, ANDIAMO IN PACE. RENDIAMO GRAZIE A DIO.

MISERERE
Miserère mei Deus,
secundùm màgnam
misericòrdiam tùam.
Àmplius làva me ab
iniquitàte mèa:
et a peccàto mèo mùnda me.
Tìbi sòli peccàvi,
et màlum còram Te fèci:
ut justificèris in sermònibus tùis,
et vìncas cum judicàris.
Ècce ènim veritàtem
dilexìsti: incèrta et occùlta
sapièntiae tùae
manifestàsti mìhi.
Audìtui mèo dàbis
gàudium et laètitiam:
et exultàbunt òssa humiliàte.
Cor mùndum crèa in me,
Dèus; et spiritùm rèctum
innòva in viscèribus mèis.